SUCCESSO E POTERE: ATTENZIONE ALLE CONFUSIONI
di Giuseppe Salvato, autore de: Dal porcellino alla cassaforte. Finanze personali e aziendali sotto controllo!
La prima volta che da consulente ho avuto innanzi imprenditori che desideravano migliorare la pianificazione finanziaria della propria azienda mi sono posto una semplice domanda: come posso io essere utile a chi oggi, di fronte a me, guadagna più di me?
Viviamo, è certo, in un sistema sociale ed economico dove imperano i modelli di successo cui somigliare: come imprenditore, consumatore, cittadino, genitore, artista, sportivo, politico,… sembra che al giorno d’oggi hai parola solo se puoi dimostrare di aver ottenuto un risultato tangibile che si traduce, nella nostra economia di mercato, in termini di quanta ricchezza sei riuscito a produrre. Non volendomi qui addentrare in problemi di natura etica, peraltro fondamentali, voglio solo ricordare innanzitutto a me stesso che nella storia dell’umanità è la prima volta che ciò accade.
Non so onestamente se è un male necessario dei tempi che viviamo o l’ingrediente che mancava per un rapido progresso individuale e collettivo; però so per certo una cosa: il successo è un complesso di fattori non solo materiali e quantitativi, ma soprattutto comportamentali; e questo è vero in ogni luogo e in ogni tempo.
Dalla sofferenza e dal tormento nasce la poesia, il successo dell’anima; il denaro, viceversa, di per sé non cambia le persone, ne amplifica semplicemente le caratteristiche; gli atteggiamenti pregressi, infatti, risultano più evidenti in chi ha conseguito un significativo salto nel proprio conto in banca, perché essendosi liberato della necessità di “andare a caccia per la sopravvivenza”, può esprimere tutto se stesso più liberamente (nel bene e nel male, nei pregi e nei difetti).
Se il successo è solo materiale, pertanto, la “povertà” dell’individuo sarà evidente a tutti coloro che l’hanno conosciuto e lo conosceranno! Ho appena accennato al valore dei comportamenti: nei tempi d’oggi in vari contesti sociali prima si occupano le “poltrone” e poi si legittima l’importanza delle proprie idee, dei propri risultati, del proprio ruolo e attività. Sembra un discorso più attinente alla politica che all’imprenditoria, ma in realtà non è così.
Una semplice regola di marketing ci suggerisce di essere piuttosto i primi che i migliori; una altrettanto elementare regola che impera nelle reti multilevel spinge ad “entrare” velocemente in tale meccanismo, per usufruire dei vantaggi di essere gerarchicamente in alto nell’organizzazione commerciale che si va costruendo; e così via…
Il valore dei comportamenti, quindi, e degli atteggiamenti personali che ne stanno a monte. Tuttavia, queste considerazioni non devono farci allontanare dal nucleo importante del discorso: le persone di successo esistono e sappiamo che sono abili osservatori e imitatori. Sì, proprio così: chi ha successo tende a imitare comportamenti di successo di altri per ricalcarne gli atteggiamenti virtuosi e le azioni più efficaci. Non si tratta di copiare le decisioni in termini di investimento o di altro genere (è inutile cercare grandi profitti seguendo strade già battute), bensì di prendere a modello capacità organizzative, modi di pensare e di agire, gestione del tempo, stati d’animo, self-control, linguaggio (anche corporeo), aspetto esteriore… di uomini e donne che nel loro campo ce l’hanno fatta.
Attenzione: non voglio dire che l’applicazione alla lettera dei comportamenti e degli atteggiamenti di persone di successo conduca di per sé al successo in quanto, se tale regola fosse così coerente, perché solo pochissime persone riescono a coglierlo? Viviamo tra individui sordi, ciechi, pigri e inetti? Non sarei così pessimista.
È che il successo è un’alchimia, assolutamente instabile e individuale, di tanti ingredienti (competenze, creatività, assenza di scrupoli, genitori famosi, perseveranza, amicizie importanti, determinazione,…).
Ad esempio, successo e potere spesso non sono slegati e sarebbe ingenuo interrogarsi se sia il successo che conduca al potere, piuttosto che il contrario.
Chiediamoci più volentieri se tra le persone di successo prevalga o meno l’utilizzo di forme di potere (personale o di soggetti vicini); di certo, i successi ottenuti senza questo fattore (se non una leadership riconosciuta, guadagnata sul campo) sono legati ad atteggiamenti di forte e perseverante intraprendenza, mentre i successi favoriti dal potere sono vincolati a specifiche conoscenze (persone influenti o informazioni riservate).
La verità è che tra successo e potere c’è una grandissima confusione, spesso alimentata ad arte per nascondere a volte i successi stessi (è inutile o controproducente che il mondo sappia…), altre volte le varie forme di potere di cui si dispone (il potere occulto è notoriamente più forte, in quanto inattaccabile)…
L’importante è essere consapevoli quando qualcuno vuole convincerci che il buon senso alberga solamente tra i ricchi.
È una grande baggianata! È come dire che il successo dipende solo da una formula matematica che, se applicata, fa piovere soldi dal cielo… Giudicate voi, io so di miei clienti che ragionano (con successo) applicando pillole di saggezza di genitori e nonni, i quali non erano a loro stesso dire né ricchi né persone di successo.
D’altronde, quando ascolto un punto di vista o un consiglio di una persona, mi debbo porre la domanda sui suoi possibili guadagni prima di accettarlo? Suvvia, se stimola la mia intelligenza, sarà pure un’idea da provare, o no?
Giuseppe Salvato